Mi sono sposata nel giugno del 1976 : io avevo 23 anni e mio marito 30. Da noi c'è l'usanza ( ora è cambiata molto ) che lo sposo provveda alla casa e la sposa alla mobilia e al corredo. Il pranzo di nozze (con circa 300 invitati e più) si fece in casa (sono stata una delle ultime, ora non lo fa più nessuno) e ci furono diversi giorni di festa tra prima e dopo il matrimonio. Mio marito, allora fidanzato, aveva costruito la casa e mi disse che ai mobili ci dovevo pensare io e che lui se ne lavava le mani come Pilato (perfetta complicità!). Io avevo solo una grande confusione in testa e alcune immagini su alcune riviste Mio padre (amante delle macchine vecchie ) con una topolino mi accompagnò a Sora (FR) dove si recavano in quei tempi ad acquistare il mobilio tutte le spose di queste parti . A Sora trovai mobilifici enormi, uno a fianco all'altro e la mia confusione e la mia indecisione aumentavano e si ingigantivano sempre di più. Poche ore prima della chiusura serale vidi il volto di papà demoralizzato, dispiaciuto........arrabbiato. Allora volli accontentarlo e in uno dei tanti mobilifici scelsi i mobili per arredare la sala da pranzo, i divani e un armadio quatto stagioni ( per riporre il corredo che avevo in grande quantità, da quello mio, a quello delle nonne e della mamma ) Il mobilificio prolungò anche un po' l'orario di chiusura. Io ero sempre più confusa e tornata a casa, dopo una notte insonne, la mattina successiva mi recai a un posto telefonico pubblico (non c'era neanche il telefono per tutti) e telefonai al negozio per disdire l'ordine. Il proprietario fu anche molto gentile (almeno così sembrò al telefono) e mi consigliò di prendere i divani e l'armadio per non perdere l'anticipo che avevamo dato, e così feci .
Il giorno del matrimonio tutti gli invitati piccoli e grandi visitavano la casa ma non c'erano mobili solo un bellissimo letto (la rete e il materasso) con un lenzuolo di lino ricamato a mano con al bordo una fila di rose ognuna ricamata con un punto diverso, un copriletto turchese confezionato da un tappezziere e una pianta verde (philodendron pertusum) che mi era stata regalata da una mia amica inglese che mi aveva accompagnato" nell'avventura" e che ogni sera prima di coricarci mettevamo fuori sul pianerottolo.
Ogni rosa avrebbe meritato un primo piano...ma erano troppe perché sono davvero piccoli gioielli fatti con ago e pazienza da parte di Ida , una mia parente ....E sì, perché quando si preparava uno sposalizio, chi tra i parenti sapeva ricamare aiutava nel preparare il corredo ..In genere i lini per il corredo alle bambine si regalavano già in occasione della loro Prima Comunione.
Avrei potuto portare nella casa nuova almeno la testiera e la pediera del letto di mia nonna dove avevo sempre dormito e il comò!!!..........Non ci avevo pensato....... Ma era questo il genere di mobili che forse cercavo! Optai, dopo lungo pensare, per organizzare una parete colorata per accostare le reti con il materasso, che poi ho continuato a ripetere nella mia casa nella stanza degli ospiti.
Mia sorella, andata sposa qualche anno dopo, sempre nei mobilifici di Sora comperò invece tutto l'arredamento, compreso anche l'ingresso!! ...Che differenza!! ...Ma lei è più decisa e serena di me!
Tutto questo per dire che tra quelle immagini delle riviste dalle quali mi ispiravo per arredare c'era già anche la lampada delle foto iniziali, ma allora non sapevo né dove né come trovarla ....e quest'anno i figli me l'hanno fatta portare dalla "befana"
Intanto trascorrono gli ultimi giorni di gennaio: giorni più freddi e giorni meno, più uggiosi e meno .....ma le giornate sono già più lunghe e a volte si creano con il sole un po' nascosto dei momenti di limpidità spettacolari e dopo la pioggia gli arcobaleni. Quando li vedo vorrei correre in mezzo ai campi per rimirarli senza ostacoli come facevo da bambina.....e che speravo sempre di prendere con le mani...... ma poi..........
Intanto seduta vicino al camino, nel tempo libero, sto imparando ad usare il ferro circolare: un po' mi manca, come pure mi manca il saper lavorare con i quattro ferri. Ahimè le mie nonne me lo volevano insegnare, perché loro li usavano per fare la calza perché qui in campagna si usavano molto con gli stivali... ma io ho voluto solo imparare con i ferri lineari perché io volevo fare le maglie e non le calze...
Complicandomi la vita con questi ferri circolari ...mi ritorna alla mente il bellissimo golfino rosa con il collettino che mia zia mi sferruzzò per il corredino di mia figlia: era abbottonato dietro e sul davanti aveva tre coniglietti bianchi che si rincorrevano lavorati a punto jacquard . Quando le chiesi con che numero di ferri l'aveva lavorato ...mi rispose ...uno era N°2 e l'altro era N°2 1/2....ma era davvero lo stesso bellissimo......